La Camera ha approvato in via definitiva il disegno di legge
della riforma della scuola.
Proteste in aula da parte di Movimento 5 Stelle, che ha
soprannominato il DDL “buona scuola” come “riforma della distruzione” (eheh Beppe
che simpatica canaglia che sei!), e della Lega che, sempre in lotta con i
grillini per la gara a chi è il miglior stereotipo di un partito populista, si
è armato dello slogan: “E i bambini? Chi pensa ai bambini”, in un modo che neanche
la moglie del reverendo Lovejoy nei Simpson sarebbe riuscita a eguagliare.
«Ho vinto io! Tiè!» |
E vabbè, questa è l’opposizione in Italia che, a sentirli
quando parlano, anzi, fanno pensare anche ai contestatori di Renzi che di una
riforma dell’istruzione ci sia effettivamente bisogno, se dalle nostre scuole è
uscita gente così.
In breve, questi sono i punti salienti della riforma:
1)
assunzioni
di 100mila insegnanti: prima, a settembre, quelli necessari a riempire i
posti vacanti, poi, tutti gli altri, nel corso dell’anno. Il problema di fondo
è, però, la chiusura delle graduatorie
provinciali dei supplenti che verranno sostituiti dai concorsi. Questa è la
più classica delle eccezioni alla teoria sullo stato di diritto di Hobbes dove è
proprio la politica a tirare fuori il lato egoistico dei singoli, riportandoli
a una sorta di stato di natura. È un: mors
tua, vita mea, tra i più alti in graduatoria (che, nel prossimo concorso,
avranno la magra consolazione di avere un po’ di punti extra) e quelli più in
basso;
2)
la
chiamata diretta: quello che è stato forse l’aspetto più criticato della
riforma. Questa riguarderà solo l’organico funzionale, il sostituto dei supplenti.
Sarò io, ma non è che ben capito cosa sia ‘sto organico funzionale! Io mi
immagino una manciata di insegnanti, chiusi in uno sgabuzzino a giocare a
carte, attendendo di avere qualcosa da fare. Ecco, questi saranno chiamati
direttamente dal preside con le ovvie derive clientelistiche che ne
discenderanno. Poi, per l’amor del cielo, non è che io non abbia fiducia nei
dirigenti… è proprio che non ho fiducia nel genere umano! Insomma, io non ce lo
vedo molto un dirigente a dire: «chiamo Tizio perché spiega la Rivoluzione francese
da Dio, anziché mio cugino che ha bisogno di lavorare»;
3)
la
valutazione delle performance: così da avvicinare, insieme all’assegnazione
degli incarichi ai docenti da parte del dirigente (incarichi soltanto; le assunzioni
avvengono per concorso), la scuola alla pubblica amministrazione, dove già è in
vigore. La meritocrazia è assolutamente una cosa bellissima: come fare sesso a
tre con due gemelle! Uguale! Anche stessa facilità nel concretizzarsi! Perché,
se ci pensate, come diavolo si valuta un’insegnante? In base alla media di voti
degli alunni? Olè! Ecco, fioccare i 10! E la poveraccia che capita in una
classe di strafatti si attacca al tram! Ah, no, ecco: i test Invalsi! I miei
insegnanti devono ringraziare che non sono più a scuola, altrimenti se li
sarebbero sognati quei soldi in più nella busta paga! Già dovevo studiare per i
compiti, figuriamoci se lo facevo anche per un test da cui non mi entrava
alcuna utilità! Consegnato in bianco e in cortile a fumare con gli amici! “PROVE
INVALSI: dal 2007 vi diciamo dove stanno i più secchioni”;
4)
400 ore di
lavoro anche per chi va al liceo: vabbè, quelli degli istituti tecnici e
professionali lo hanno sempre fatto e non è mai morto nessuno!
Concludo tutto questo solo con una piccola riflessione
personale, detto da uno che è uscito da un liceo scientifico (e che ne è uscito,
tutto sommato, abbastanza preparato per l’università), la nostra scuola non è
perfetta, ma va bene! C’è solo un vero problema che la politica dovrebbe
aggiustare; un problema recente (che, per fortuna, io sono riuscito a
scamparmi) che ho appena scoperto…
Cos’è questa storia che i genitori possono sapere, tramite
internet, in tempo reale, quando il figlio marina la scuola? È una chiara
violazione del sacrosanto diritto di ogni studente a fare sega! Pensate a
questo, politici, dalle vostre poltrone del potere! Questa è la vera piaga dell’istruzione!
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