mercoledì 9 settembre 2015

Caso Scattone: stendiamo l'ennesimo velo pietoso

Oggi metterò da parte la mia solita scrittura bonaria e un po' cazzeggiona per parlare di un fatto, di per sé insignificante, che ha scatenato il popolo del web. Da bravo blogger, non potevo non raccogliere le vibrazioni dell'etere e rielaborarle a modo mio.

Il fatto è collegato ad uno più vecchio, avvenuto nel 1997, ed è balzato agli onori della cronaca nera italiana come "l' omicidio di Marta Russo" o "il delitto della Sapienza". Ve lo riassumo in poche righe:

A seguito della morte della studentessa di giurisprudenza Marta Russo, viene aperta un' indagine, la quale porterà a uno dei processi più combattuti degli ultimi vent'anni, che avrà come imputati due assistenti della facoltà di filosofia della Sapienza: Giovanni Scattone e Salvatore Ferraro. Non vi annoierò con i dettagli, ma il processo andò avanti tra mille polemiche, fantasiose ricostruzioni, spesso smentite, dei fatti, testimonianze trattate e ritrattate e l'immancabile macchina del'informazione italiana che non si tira mai indietro quando si tratta di tirare merda su qualcuno.
Nel 2003, e non senza polemiche da tutte le parti, arrivò la sentenza definitiva, che condannava i due imputati a scontare una condanna di 5 anni e 4 mesi per omicidio colposo, aggravato dalla colpa cosciente. -Non starò qui a menarvela sul significato di questa sentenza, vi basti sapere che omicidio colposo vuol dire "commesso senza l'intenzione", tipo le gravidanze prima dei sedici anni- Scontata la sua pena, la cassazione riabilita completamente entrambi, tramite la riabilitazione penale, e decide di non interdirli dai pubblici uffici e di non levar loro i diritti politici. E questo ci catapulta ai giorni nostri.

È di ieri, infatti, la notizia che il dott. Scattone -che chiamerò dottore perché nessuno sembra intenzionato a farlo- tornerà a fare il proprio lavoro: l'insegnante. Poteva una sì succulenta notizia, l'assunzione di un cinquantenne ad insegnante di ruolo, passare inosservata? Ovviamente no!

Visto che tutta internet mi spiattellava questa faccenda sotto al naso, sono andato a leggere le notizie che, come mi aspettavo, non parlavano del fatto in sé (tranne riportare la comprensibile frustrazione dei genitore di Marta Russo che mi asterrò dal commentare per rispetto alla famiglia della vittima), ma facevano un costante riferimento ai fatti avvenuti nel '97. Annoiato dagli articoli, sono andato a vedere cosa pensasse il popolo della rete a riguardo della vicenda. Purtroppo neanche stavolta sono rimasto sorpreso. La rete è infatti diventata un alveare di api polemiche, pronte a protestare per l'assunzione di un uomo che, ricordiamolo, ha scontato la propria pena ed è quindi, secondo la nostra costituzione, riabilitato completamente. Uomo che, vale la pena di ricordare, è stato assunto dopo essersi qualificato decimo ad un concorso nazionale per ottenere il passaggio di ruolo, dopo oltre dieci anni di precariato passato sempre e comunque tra le polemiche, che lo portarono, in un'occasione, perfino a rinunciare al proprio lavoro e alla sua unica fonte di sostentamento (oltre che unica fonte per pagare i risarcimenti alla famiglia della vittima e le spese processuali). La carica degli indignati e, casualmente, guidata proprio da quegli insegnanti che si sono classificati con un punteggio inferiore a quello del dott. Scattone -"Ah, cavolo! Sono talmente imbecille da usare un fatto avvenuto 20 anni fa per attaccare qualcuno più competente di me nel mio lavoro! Forse forse è una fortuna non essere passato"-

A rincarare la dose, ci si sono messi i leoni da tastiera - e si, mi rendo conto del paradosso che sto creando, scrivendo sulla rete da dietro un monitor per attaccare chi scrive sulla rete da dietro un monitor- che non si sono risparmiati dal postare commenti pieni di indignazione e insulti nei confronti dell'insegnante. -Ed è proprio questo che mi ha fatto incazzare-

Perché accanirsi in questo modo su un uomo che ha già abbondantemente pagato per il suo errore? Perché avventarsi in questo modo su qualcuno che cerca di ricostruire la propria vita? Ma soprattutto, perché queste ingiurie vengono dalle stesse persone che difendevano Corona? Perché vengono dalle stesse persone che condividono i contenuti di un blog fondato da un omicida colposo plurimo? Perché questi attacchi provengono da coloro che sono sempre pronti a sventolare la nostra costituzione e gridare allo scandalo, quando non hanno la benché minima idea di cosa ci sia scritto in quei 139 articoli? Perché una notizia di per sé bella, il passaggio a ruolo di un insegnante, deve diventare l'occasione per attaccare un uomo che ha la sola colpa di voler fare il proprio lavoro per vivere?

Penso che a tutti noi farebbe bene -e scusate la banalità- vivere e lasciar vivere.

Aggiornamento della vicenda: Oggi Scattone ha dichiarato all'Ansa che rinuncerà all'incarico.

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