Un autobomba è esplosa al Cairo, di fronte al consolato
italiano alle 6:30 di sabato mattina.
La rivendicazione, da parte del’Isis, dell’attentato ha
tardato ad arrivare. Probabilmente si erano confusi sul nome da usare.
- Scrivi:
“Noi del Ansar Bayt al-Maqdis...”
- Ma
non avevamo cambiato nome? Ora siamo il Wilayat
del Sinai.
- Vabbé,
scrivi soltanto: “Isis”!
- Ma
sarebbe più corretto: “Stato Islamico dell’Egitto”
- Fai
“Califfato”, che è più figo!
- E
se usassimo un nome più giovanile: “Isis: il canto della rivolta, parte 2” che
su Google va molto?
L’Isis, sempre vicino alla cultura dei giovani, ha annunciato
su Twitter che ci saranno altri attentati… E questi saranno rivendicati tramite
poke alle pagine Facebook degli infedeli.
Sono 450 i Kg di esplosivo utilizzato! L’esplosione ha
ferito almeno nove persone, ucciso un venditore ambulante egiziano, il
danneggiamento della facciata del consolato e di altre abitazioni e… manco un
italiano! E questo, nonostante la nostra nazione fosse l’obiettivo.
Perché questo attentato è stato così approssimativo? Ve
lo dico io! L’Isis è sempre attento alla cultura dei giovani, giusto? Ricordiamo
i pezzi rap per il reclutamento degli uomini o l’attenzione alle inquadrature,
durante l’esecuzione capitale del pilota giordano. Ecco! Gli uomini migliori
dell’Isis erano impegnati al Comic-con di San Diego! Quei maledetti infedeli
non hanno neanche voluto dedicare loro un panel!
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