La Corte europea dei diritti umani ha condannato l’Italia,
rea di non riconoscere i diritti delle coppie omosessuali.
Il ricorso alla Corte è stato fatto da tre coppie,
appartenenti alla Gaylib, l’associazione italiana di gay liberali e di
centrodestra.
Vorrei aprire una parentesi a proposito di tali tipi di
gruppi, movimenti, etc. Non ho alcun problema con queste persone, ognuno è
libero di fare quello che vuole, ma queste ostentazioni esagerate mi danno
fastidio: puoi evitare di vantarti di essere liberale. A casa tua, puoi
esercitare tutti i diritti naturali che vuoi – cioè… io ho anche degli amici
liberali, per essere chiaro -, ma non si può negare che il liberalismo, come ci
insegna Hobbes, sia contro “stato di natura”.
La Corte EDU ha dato ragione alle tre coppie di malati liberali che lamentavano l’impossibilità di vedere riconosciuta la loro unione,
affermando che questa mancanza di tutela andava contro l’art. 8 CEDU, circa il
rispetto per la vita familiare e privata.
Una precisazione: ciò non vuol dire che l’Italia sarà
costretta a garantire il matrimonio omosessuale. È, infatti, di appena cinque
anni fa la sentenza Schalk e Kopf c. Austria, dove la stessa corte affermava che
la previsione di tale istituto sia di sola discrezionalità dello Stato.
La sentenza di questi giorni dice, infatti, che l’importante
è che ci sia un modo per tutelare le coppie omosessuali. Che, poi, si chiami unione
civile, matrimonio o vattelappesca e si strutturi in una maniera, anziché un’altra,
poco cambia.
In seguito alla sentenza in questione, l’Italia dovrà risarcire
ognuna delle tre coppie ricorrenti con cinquemila euro… che mi auguro non
utilizzino per andare all’estero a fare un bambino. Per favore, non fatelo! Con
un’educazione liberale, è un attimo: un giorno, bevi un po’ troppo, hai voglia
di sperimentare nuove cose e, siccome a casa tua sono deviati, vai a votare
Berlusconi.
Vorrei chiudere con una considerazione personale sullo
stato di – concedetemi il termine – perdizione nel quale si ritrovano questi
sei ricorrenti. Non è tardi, ragazzi! Potete ancora redimervi, è possibile. Ed è
per questo che concludo l’articolo, dedicando alla Gaylib la prossima canzone
di Povia (cantante che, ormai, credo sia chiaro che sia schierato a favore
della destra sociale), dove ci racconterà di Luca che era liberale, ma ora sta
con Hobbes.
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