«È così uomo che con le donne non ha proprio alcunché
da spartire; manco il sesso».
Questa è una battuta che feci, tempo fa,
verso un ragazzo che conoscevo.
Non so se avete mai visto Rescue me; uno dei personaggi, Mike, riceveva
sesso orale da un suo amico omosessuale e si giustificò, dicendo: «Lui fa cose
gay. Io sono solo nella stessa stanza».
Ecco, questo ragazzo che conoscevo la pensava
esattamente così. Ripeteva di continuo (anche troppo, a dimostrazione che l’ostentazione,
spesso, è sinonimo di deficienza dell’ostentato) di quanto fosse etero e,
intanto, intratteneva rapporti sessuali con altri uomini, sebbene solo
attivamente, con la scusa: “un buco è un buco”.
Erano molte le battute che gli facevo e, ora,
invece, sono stato costretto a pensare che, forse, aveva ragione!
La dott.ssa Jane Ward ha condotto uno studio
su questa… Chiamiamola: “moda”, e ce l’ha raccontata nel suo libro NOT GAY:
Sex between straight white men.
Il bro-job
consiste in rapporti sessuali tra maschi, possibilmente amici molto intimi. Il
libro ci parla, quindi, di rapporti anali, orali, strofinamenti, contatti
genitali-genitali, penetrazioni anali con le dita, masturbazione reciproca… ma
non baci! Niente baci! Quelli sono per i finocchi!
Avete mai visto The
boondock saints? Guardate questa scena con Willem Dafoe:
«Cosa stai facendo?»
«Volevo solo fare le coccole».«Coccole? Che frocio!»
La dott.ssa Ward
ci spiega che, in alcuni casi, questo viene fatto addirittura per rafforzare la
propria eterosessualità in un contorto ragionamento del tipo: “Faccio sesso con
un uomo e, nonostante questo, riesco a non essere gay!”.
Giuro che non ne
capisco molto il senso. E dire che un tempo mi appariva tutto così facile: “fai
sesso volontariamente con uno del tuo stesso sesso perciò non sei etero” e,
invece…
Chiaramente, per
poter fare sesso da vero uomo con un altro uomo, è necessario che anche quest’ultimo
non sia gay! Entrambi devono essere etero… e fare sesso gay… che non
è gay perché loro sono etero… e sono etero nonostante il sesso gay.
Continuo a dire
che, un tempo, tutto mi appariva più facile!
Alcuni di voi
avranno notato come il titolo del libro fa riferimento ai maschi bianchi. Il
perché di questa scelta ce lo spiega la stessa Ward così: “Gli uomini bianchi
sono stati come idealizzati nel
19esimo secolo, intesi come una sorta di esemplare della normalità sessuale del
genere maschile, a scapito delle donne e degli uomini di colore”.
La Ward termina il
tutto con queste parole: “I desideri e i rapporti di natura sessuale tra esseri
umani sono molto più fluidi e complessi di quanto uno pensi e che è quasi
impossibile dividere tutte le varianti in 2 o 3 categorie. [...] Questo
significa che due uomini etero possono fare sesso gay ma anche non essere gay.
Sapete cosa mi piacerebbe vedere prima di ogni altra cosa? Che venisse
riconosciuto nel mainstream comunicativo e scientifico che ciascuno di noi cela
in sé il sesso omosessuale”.
Il che dovrebbe,
tecnicamente, far pensare anche al contrario, no? Quindi, un omosessuale può far
uscire il proprio lato etero? “Guarire”, come dicono alcuni? Non ho capito
bene!
Io mi sento di dissentire con le parole della
Ward.
Non voglio fare l’estremista del tipo: “o gay
o etero”, anzi. Credo che possano esistere fantasie gay in un uomo etero e che
quest’ultimo possa rimanere tale, fintanto che non gli piaccia metterle in
pratica nella realtà.
Due esempi possono chiarire meglio. Ci sono
donne eccitate dalla fantasie di essere violentate da uno sconosciuto, eppure
non vorrebbero mai essere stuprate. E ci sono persone che guardano i porno di golden shower, ma farebbe loro schifo
farsi pisciare addosso realmente. Lo stesso per le fantasie omosessuali.
Il punto è che tutto cambia quando un uomo le
mette in pratica volontariamente e con piacere. Ragazzi, a questo punto, la
cosa è una e permettetemi la volgarità: se vi piace il cazzo, non siete etero
e, se non vi piace, non ve lo fareste mettere (o non lo mettereste perché,
parliamoci chiaro, è lo stesso) in ogni pertugio!
Credo che tutto questo non sia che un modo
per rafforzare l’etichetta da etero
in uomini, repressi, che si sentirebbero cadere il mondo addosso, ammettendo la
propria omosessualità o bisessualità.
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